Le calcificazioni tendinee sono depositi di sali di calcio che si formano all’interno dei tendini, tessuti specializzati nel trasmettere la tensione muscolare alle ossa. Questi depositi possono irritare il tendine e i tessuti circostanti, provocando dolore, infiammazione e rigidità.

Sono particolarmente comuni nella spalla, soprattutto nel tendine della cuffia dei rotatori, ma possono colpire anche tendini di altre articolazioni, come l’anca, il ginocchio o il polso.

Perché si formano?

Le cause precise delle calcificazioni tendinee non sono ancora completamente comprese. Tuttavia, si ritiene che diversi fattori possano contribuire alla loro formazione:

  • Microtraumi ripetuti: sovraccarichi o movimenti ripetitivi (es: sport, lavoro a catena, ecc..) possono danneggiare il tendine, favorendo il deposito di calcio.
  • Disturbi circolatori locali: una ridotta vascolarizzazione potrebbe alterare il metabolismo delle cellule tendinee.
  • Alterazioni cellulari: alcune cellule del tendine potrebbero trasformarsi in cellule simili a quelle che formano l’osso.
  • Malattie sistemiche: condizioni come il diabete o disfunzioni tiroidee possono aumentare il rischio di sviluppare calcificazioni.

Come si sviluppano

Le calcificazioni tendinee si sviluppano generalmente in tre fasi:

  1. Fase di formazione: il tendine subisce una degenerazione che favorisce il deposito di calcio.
  2. Fase di deposito: il calcio si accumula formando masse più o meno grandi all’interno del tendine.
  3. Fase di riassorbimento: il corpo tenta di riassorbire il deposito con un aumento dell’attività del sistema immunitario (macrofagi)

Quali sintomi provoca la calcificazione tendinea?

Non tutte le calcificazioni causano sintomi. Quando si manifestano, però, i principali segnali sono:

  • Dolore localizzato, spesso acuto o pungente;
  • Rigidità articolare, specialmente al mattino o dopo l’inattività;
  • Ridotta forza muscolare nella zona colpita;
  • Gonfiore e, nei casi più gravi, arrossamento della pelle sovrastante;

Il dolore può essere intermittente oppure continuo, e in alcuni casi comparire improvvisamente senza un apparente motivo.

La calcificazione che consistenza ha?

La consistenza della calcificazione dipende dalla fase in cui si trova:

  • Nella fase iniziale o di deposito attivo, la calcificazione è spesso morbida, pastosa, simile a una pasta dentifricia.
    È composta da cristalli di idrossiapatite “disordinati” e non ancora completamente mineralizzati. In questa fase, il deposito è meno denso e può essere facilmente aspirato o rimosso, ad esempio durante un lavaggio ecoguidato.
  • Nella fase più avanzata o cronica, invece, la calcificazione si indurisce e diventa più compatta e dura, simile a un piccolo sassolino o a un frammento osseo. Un esempio è lo sperone calcaneare in cui si ha una calcificazione della fascia plantare.
    Qui i cristalli si sono organizzati meglio, rendendo il deposito molto più resistente (e più difficile da rimuovere senza interventi più invasivi).

Come si diagnosticano

La diagnosi si basa su una visita fisiatrica o ortopedica con il supporto di esami diagnostici quali:

  • Radiografia: evidenzia chiaramente i depositi di calcio;
  • Ecografia muscolo-tendinea: permette di osservare in dettaglio la sede e la dimensione della calcificazione;
  • Risonanza Magnetica (RMN): utile nei casi più complessi per valutare eventuali danni associati.

Quali trattamenti per la calcificazione tendinea?

Il trattamento delle calcificazioni tendinee varia a seconda della gravità dei sintomi e delle dimensioni del deposito. In prima istanza è utile ricorrere a terapie conservative quali:

  • Riposo e riduzione delle attività che causano dolore
  • Farmaci antinfiammatori (FANS)
  • Fisioterapia:
    • Valutazione funzionale della mobilità e delle cause che hanno determinato la possibile formazione del deposito calcifico a livello dei tendini;
    • Esercizi di stretching e rinforzo muscolare;
    • Terapia manuale per migliorare la mobilità;
    • Terapie fisiche come onde d’urto o ultrasuoni.

Quando serve la chirurgia?

Nei casi più resistenti o se la calcificazione causa una rottura tendinea, può essere indicata la rimozione chirurgica del deposito, spesso eseguita in artroscopia (tecnica mini-invasiva).

Prognosi

Con un trattamento adeguato, la maggior parte dei pazienti recupera completamente. In alcuni casi, tuttavia, il processo può richiedere diversi mesi. Una diagnosi precoce e un intervento tempestivo sono fondamentali per evitare complicazioni e recidive.

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