Il conflitto femoro-acetabolare (FAI)

Il conflitto femoro-acetabolare (FAI – Femoroacetabular Impingement) è una fonte sempre più riconosciuta di dolore all’anca, in particolare nella popolazione giovane adulta e sportiva. Il FAI è una condizione che comporta un conflitto meccanico causato da una morfologia anomala dell’anca che coinvolge il femore prossimale (testa del femore e collo) e/o l’acetabolo. Le alterazioni strutturali e il conseguente conflitto meccanico sono causa di dolore, limitazione funzionale nei movimenti dell’articolazione e nel lungo periodo possono portare ad un’accelerazione della degenerazione delle strutture articolari (artrosi).

Com’è fatta l’articolazione dell’anca?

L’anca è un’articolazione costituita dall’apposizione della testa del femore di forma sferica e dal cotile, cavità concava formata dalla fusione delle 3 ossa della pelvi (ileo, ischio e pube). La congruità articolare è garantita da un labbro cartilagineo che aderisce al margine del cotile e aderisce alla testa femorale. L’anca è mantenuta in sede da una robusta capsula articolare che conserva le strutture articolari e ne stabilizza passivamente i movimenti. Il movimento è garantito da diversi gruppi muscolari (flessori, adduttori, abduttori ed estensori) che si inseriscono in prossimità dell’articolazione.

Quanti di tipi di FAI esistono?

  1. Conflitto tipo CAM: Questo tipo di conflitto si verifica quando la testa del femore è asimmetrica o non sferica. Ciò significa che la testa del femore non si adatta perfettamente all’acetabolo, causando uno sfregamento anomalo tra le ossa dell’anca. Il conflitto tipo CAM può causare danni alla cartilagine e al labbro dell’acetabolo, nonché un’erosione ossea.
  2. Conflitto tipo Pincer: Questo tipo di conflitto si verifica quando la copertura dell’acetabolo è troppo profonda o troppo inclinata verso l’anteriore dell’articolazione dell’anca. Ciò significa che il collo del femore viene pizzicato tra l’acetabolo e l’osso pelvico durante il movimento dell’anca. Il conflitto tipo Pincer può causare danni alla cartilagine e al labbro dell’acetabolo, nonché la formazione di osteofiti (artrosi).
  3. Conflitto tipo misto: Questa condizione si verifica quando sia il conflitto tipo CAM che il conflitto tipo Pincer sono presenti contemporaneamente. In questo caso, la testa del femore è asimmetrica e l’acetabolo è troppo profondo o troppo inclinato. Il conflitto tipo misto può causare danni alla cartilagine e al labbro cotiloideo, nonché l’erosione ossea e la formazione di osteofiti.

Da cosa è causato il FAI?

Similmente a molte condizioni patologiche, esistono dei fattori genetici e dei fattori acquisiti. Ad esempio è stato visto che il FAI di tipo CAM è più frequente in soggetti che eseguono attività ad alto impatto sull’articolazione dell’anca come calcio, hockey, rugby, ecc.. Invece la storia e lo sviluppo della deformità tipo Pincer sono molto meno conosciuti e ancora oggetto di studio.

Quali sono i sintomi del FAI?

Il FAI si presenta tipicamente con un iniziale e  graduale dolore all’anca nella regione antero laterale e all’inguine, spesso esacerbato dalla flessione dell’anca e dalla rotazione interna e che può irradiarsi alla coscia. I pazienti descrivono inoltre la presenza di click, scrosci, blocchi gonfiore e restrizione del movimento libero dell’articolazione. 

Quali attività possono causare dolore all’anca?

Attività come:

  • sport ad alta intensità; 
  • accovacciarsi;
  • guidare;
  • stare seduti per periodi prolungati;

 possono provocare dolore all’anca. Se un paziente presenta dolore acuto all’anca, è necessario un esame per verificare tutte le possibili cause. 

Chi può valutare un FAI?

Il professionista specializzato nella valutazione del FAI è il medico ortopedico. Esso esaminerà la storia del paziente per escludere altre possibili condizioni di dolore all’anca quali ad esempio:

  • infezioni;
  • epifisi femorale capitale scivolata;
  • malattia di Legg-Calve-Perthes;
  • displasia dell’anca;
  • osteonecrosi;
  • traumi;
  • ecc…

L’ortopedico inoltre prescriverà degli esami diagnostici quali radiografia e risonanza magnetica: un’immagine radiografica permette di inquadrare la patologia ma la risonanza è in grado di valutare tutti i tessuti articolari e periarticolari tra cui il labbro cotiloideo, struttura cartilaginea che accoglie la testa femorale nel cotile della pelvi e che rischia di lesionarsi in caso di FAI. Tuttavia è da precisare che la valutazione radiografica deve essere sempre accompagnata da quella clinica perché la gravità o meno del riscontro radiografico non è correlata direttamente alla sintomatologia del paziente.

Cosa comprende l’esame clinico di un paziente con FAI?

L’esame clinico del paziente con dolore all’anca comprende:

  • l’osservazione dell’andatura del paziente (eventuale passo di fuga, segno di Trendelemburg);
  • l’ampiezza di movimento dell’anca in tutte le direzioni;
  • la forza dei muscoli che agiscono sull’anca;
  • speciali manovre di esame per aiutare a determinare la probabile causa (Faber test, Fadir test, Ober test, ecc..). 

A livello clinico ad esempio è possibile riscontrare una limitazione del movimento in flessione e rotazione interna . L’arto affetto presenta solitamente un deficit nella propriocezione ed equilibrio nell’appoggio monopodalico.

Quali trattamenti per il FAI?

Il FAI può essere trattato con diversi approcci:

  • Trattamento conservativo che comprende:
  1. Trattamento educazionale: educare il paziente alla consapevolezza del problema e quindi ad evitare o limitare attività che potrebbero traumatizzare ulteriormente l’articolazione;
  2. Trattamento farmacologico: antinfiammatori orali, terapia infiltrativa articolare (acido ialuronico o cortisone);
  3. Trattamento riabilitativo: comprende sedute di terapia manuale, terapia fisica ed esercizio terapeutico. La terapia manuale  in combinazione alla terapia fisica (tecar, laser, onda d’urto) si dimostra utile in questi casi per ridurre il dolore percepito e migliorare la meccanica articolare dell’anca. Esercizi terapeutici proposti da fisioterapisti esperti hanno poi lo scopo di mantenere e potenziare i risultati terapeutici ottenuti;
  • Trattamento chirurgico: da ricercare dopo il fallimento del trattamento conservativo. Consiste in intervento artroscopico per andare a eliminare l’impedimento meccanico articolare responsabile del conflitto e del dolore articolare. L’intervento chirurgico presenta dei rischi dovuti alla natura invasiva della procedura (infezioni, emorragia, lesioni nervose, ecc..). Tuttavia esso si è dimostrato risolutivo per il migliroamento della funzionalità e il dolore nella maggioranza dei casi. Necessita di una riabilitazione successiva all’intervento.

Nei pazienti con sindrome da FAI, tutti i trattamenti dovrebbero essere considerati e la comunicazione da parte del personale sanitario del rapporto costo beneficio di ogni singola terapia è fondamentale. Come in molti casi, il trattamento conservativo è da preferire in una prima fase. 

Dott. Jacopo Galusi – Fisioterapista specializzato in terapia manuale, Osteopata D.O., Master ISICO.

Dott. Maxim Filippi Makarov – Fisioterapista specializzato in terapia manuale, Osteopatia D.O.

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